Charlie Chaplin, The Immigrant (1917)

In questo spezzone puoi gustarti una parodia di finti miscugli e falso taglio. (probabilmente anche tu le utilizzi per mostrare il miscuglio del carabiniere o del genovese).

Chaplin utilizza le sue "tecniche da baro" per ribaltare una situazione, i giocatori che si trova ad affrontare erano dei malfattori che si erano approfittati di lui e di altri passeggeri, perciò è un "disonesto onesto" al tavolo da gioco, ecco che noi vediamo chiaramente (il film deve mostrare) che lui bara, ma sappiamo che lo fa per una buona causa, un ribaltamento della situazione.

Questa sequenza con queste ridicole tecniche cartomagiche  che vedi nel film di Chaplin funziona comicamente cosi tanto che la puoi ritrovare nel film dei fratelli Marx "Animal Crackers" del 1930. 

Ma in questo film si bara disonestamente e la comicità che ne deriva scaturisce dall'astuzia   dei bari che confondono con il loro ritmo. 

Nella realtà le carte per Chico (il fratello con il cappello) erano una dipendenza, la dipendenza verso il gioco d'azzardo, che lo costrinse per tutta la vita  a continuare a lavorare nel mondo dello spettacolo molto tempo dopo che i suoi fratelli si erano ritirati comodamente dalle loro entrate a Hollywood, e all'inizio degli anni '40 si ritrovò a recitare nelle stesse piccole ed economiche sale teatrali in cui aveva iniziato la sua carriera. 30 anni prima.

Buster Keaton, The Navigator (1924). 

In questo spezzone puoi vedere il suo "Soggy Shuffle" (miscuglio fradicio)

Le carte sono le Bicycle, faccio notare che 100 anni fa le carte erano molto più resistenti, ora se provate a bagnarle diventano immediatamente nere. (se fai la carta nel blocco di ghiaccio sicuramente lo hai notato). 

  Stan Laurel  e Oliver Hardy, Oliver Eighth, 1934, ( regia di Lloyd French) 

Se ti sei mai chiesto da dove deriva la routine del mazzo invisibile, le sue gag,,  basta che vedi questo film.

Anche se la routine per molti anni è stata attribuita ad Eddie Fields, descritta in: The Greater Artful Dodges of Eddie Fields. utilizzando l'Ultra Mental Deck di Joe Berg (1936).  Fields racconta che l'idea gli venne in mente (nel 1942) dopo aver fatto visita ad un suo amico in un ospedale militare (l'amico fingeva di essere mentalmente instabile) e lui lo assecondò giocandoci a carte invisibili.

Il film uscì 8 anni prima e probabilmente influenzò Fields.

Anche nel libro di Bill Abbot, Cocktail Card Magic, 2008, è citato il film

Per le gag che ora fanno parte della routine del mazzo invisibile un grosso contributo lo ha dato il grande prestigiatore Don Alan che nella sua trasmissione magica.