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HIPPODROME, PETROLINI E HOUDINI di ANDREA BOCCIA

HIPPODROME, PETROLINI E HOUDINI  di ANDREA BOCCIA

HIPPODROME, PETROLINI E HOUDINI di ANDREA BOCCIA

13/04/2024

HIPPODROME, PETROLINI E HOUDINI di ANDREA BOCCIA


L’Hippodrome fu un mastodontico teatro costruito dagli stessi creatori del parco di divertimenti di Coney Island sembrava fosse un prolungamento del Luna Park. L'hIppodrome era più un parco divertimenti che un teatro. Copriva un intero isolato sulla 6th Avenue tra la 43a e la 44a Strada. L'enorme auditorium poteva ospitare 5.200 persone su due balconi e una platea. riempire il palcoscenico con un singolo numero era cosa assai ardua.



Ci volevano corpi di ballo e coreografie grandiose è lì che Houdini fece la famosa sparizione dell’elefante, anche se non fu il primo e il solo ad ideare questa sparizione per quel luogo. Ma prima di parlare della magia di Houdini ti voglio raccontare di una storia poco conosciuta che riguarda Petrolini.



Immagina Petrolini stava facendo una tournèe nelle Americhe, era stato acclamato per il suo spettacolo sia in America del sud che in quella centrale e gli propongono di esibirsi in questo nuovo gigantesco teatro.




Si ha l’impressione che gli organizzatori non sembrano interessarsi troppo dei gusti del pubblico che compra il biglietto, sembra più un cercare di mettere nomi conosciuti e numeri che attirino l’attenzione, in pratica si vende il biglietto e poi si mostra tutto senza curare troppo il valore dell’artista. Petrolini:





Rimasi nell’America centrale dal 1911 al 1912, quindi passai all’Ippodromo di New York , ove debuttai in un modo disagevolissimo per me, in quanto il mio numero, limitato ad una sola canzone , doveva svolgersi simultaneamente ad altri due numeri: io, al centro del palcoscenico, cantavo una canzonetta napoletana (la canzone guappa),










mentre ai miei lati un giocoliere e una troupe di acrobati eseguivano, al ritmo della mia canzone. I loro esercizi. Ne derivava una baraonda per cui nessuno dei tre numeri poteva essere apprezzato al giusto valore.


Disgustato dal modo barbaro in cui ero presentato al pubblico e non potendo sopportare più a lungo quel martirio, avendo in tasca qualche migliaio di lire, a la chitichella me la squajai”. Tanto – credete pure – nessuno avrà sentita la mia mancanza. Il modo stesso con cui ero stato piazzato nel programma mi diceva chiaro in quale insignificante considerazione io fossi tenuto. Se, la sera dopo, fosse stata al mio posto una lanterna magica, sarebbe stato perfettamente lo stesso.


E. Petrolini, Modestia a parte…, Cappelli editore.


Anche per quanto riguarda Houdini si ha la stessa impressione, Houdini apriva il suo numero con il famoso effetto degli aghi, solo che in questa occasione utilizzava 200 aghi e circa 20 metri di filo bianco. Ovviamente anche se gli aghi e il filo erano “maggiorati”, centinaia di spettatori non riuscivano a vedere nulla, ma credevano comunque ad Houdini che stavano vedendo una magia.





La stessa cosa accadeva per la sparizione dell’elefante, che entrava in una scatola (che in un teatro normale sarebbe sembrata gigantesca, ma in questo teatro sembrava solo una...scatola), venivano chiuse le tende sul retro della scatola, le tende davanti, un giro su se stessa e aprendo le tende l’elefante era scomparso, questa sparizione la poteva constatare solo chi aveva i posti frontali, gli altri credevano alle parole di Houdini.





E come scrive J. Steinmeyer nel suo meraviglioso volume Hiding the Elephant:

(Houdini) Sapeva che il vero valore dell'illusione era la sua pubblicità. Alcune migliaia di persone vedevano l'illusione ogni notte, ma milioni di persone avevano letto che Houdini aveva fatto sparire un elefante. Ciò collocò Houdini in una nuova categoria. Secondo Variety, non era più il principale artista della fuga ma ora era "il Maestro Mago".